L'imperatore ne fu contento. L'ufficiale di guardia alla porta gialla venne ad annunciare: "Vostro fratello, il maestro della legge, attende i vostri ordini alla porta."
Taizong lo fece introdurre nella Sala Preziosa e gli disse: "Caro fratello, oggi è un giorno propizio alla partenza. Questi sono i vostri passaporti. Ecco una ciotola per mendicare di oro zecchino. Ho scelto due persone per accompagnarvi e vi dono un cavallo per il viaggio. Potete senz'altro partire."
Felice di saperlo, Xuanzang ringraziò l'imperatore e ricevette doni e documenti senza fare obiezioni. Erano pronte in attesa anche le vetture con cui l'imperatore e il suo seguito dovevano accompagnarlo fino alle porte della città. Là lo attendevano monaci e discepoli del monastero, che gli avevano portato abiti estivi e invernali. Taizong fece imballare i bagagli e caricare i cavalli; poi fece portare del vino per brindare alla partenza. Levando la coppa, l'imperatore chiese: "Caro fratello, qual'è il vostro elegante soprannome?"
"L'umile monaco che sono ha abbandonato il mondo e non ha soprannomi."
"La pusa ci ha raccontato dei tre panieri di scritture; tre panieri si dice, in sanscrito, tripitaka. Perché non adottate Tripitaka come soprannome?"
Xuanzang ringraziò l'imperatore, ma all'offerta del vino disse: "Vostra maestà, la proibizione dell'alcol è la prima fra quelle che i monaci devono rispettare. E poi non ne ho mai bevuto."
"Ma questa partenza è un avvenimento senza precedenti. E rassicuratevi: questo è un vino non alcolico. Dovete berne almeno una coppa per augurare il compimento del voto che voglio formulare."
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