Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Uomo e tigre si batton per la vita:
     Chi sbaglia un colpo è sicuro di perderla.

     Dopo due ore buone, il felino diradò gli assalti; quando diede segno di accasciarsi, il cacciatore gli affondò il tridente nel petto e lo abbatté. Povera bestia! Gettava sangue come una fontana; il cacciatore l'afferrò per le orecchie e la trascinò sulla strada.
     Lui non aveva nemmeno il fiato grosso, né il suo viso aveva cambiato colore. Si volse a Tripitaka: "Ci è andata bene. È un gatto di montagna bello grasso, può sfamarci per un giorno intero."
     "Siete veramente il dio della montagna!" esclamò Tripitaka, e si profuse in elogi.
     "Che cosa posso aver fatto per meritarmi lodi così eccessive? Semplicemente, mi avete portato fortuna. Venite che lo scuoiamo e lo mettiamo a cuocere per offrirvi un pasto decente."

     Andava avanti per mostrare il cammino, reggendo il tridente in una mano e trascinando la fiera con l'altra. Tripitaka lo seguiva tirando il suo cavallo per la briglia. Quando ebbero aggirato il fianco della montagna per un sentiero serpeggiante, si offrì al loro sguardo una piccola tenuta alpestre. All'ingresso

     Alberi antichi, alti fino al cielo,
     Sentieri invasi dalle erbe selvatiche.
     Da mille gole soffia un vento freddo.
     Su dalle erbe esalano profumi.
     Le macchie di bambù son verde cupo.
     La capanna e la corte con le siepi
     Certo meriterebbero un quadretto.
     Muri sbiancati a calce, un ponte in pietra.
     L'autunno ha preso un volto chiaro e fresco:
     Nubi bianche sonnecchian sulle cime,
     Foglie gialle sui bordi del sentiero.


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