All'uscio addormentato va guaendo
Un cagnolino. Le galline chiocciano
Dentro il folto degli alberi.
Giunto all'uscio, Boqin gettò a terra la carcassa del felino e gridò: "Dove siete, figlioli?"
Tre o quattro ragazzi brutti e deformi uscirono di casa. Sollevarono la bestia e la portarono dentro. Boqin raccomandò loro di scuoiarla senza perder tempo e di prepararla per l'ospite, poi ritornò da Tripitaka e lo introdusse in casa. Dopo i saluti d'uso, il monaco rinnovò i ringraziamenti per avergli salvato la vita, e per la compassione e generosità che aveva dimostrato.
"Non mi ringraziate, fra compatrioti era il minimo che potessi fare!"
Si sedettero, bevvero il tè e una vecchia, accompagnata da una donna più giovane, si fece avanti a salutare.
"Queste sono mia madre e mia moglie."
"Pregate la vostra signora madre di occupare il posto d'onore, perché l'umile monaco che sono possa presentarle i suoi rispetti."
"Venite da lontano, reverendo" disse la vecchia. "Restate comodo, non fate complimenti!"
"Mamma, è stato mandato dal sovrano dei Tang a cercare le scritture nel Paradiso dell'Ovest. Ci siamo incontrati sulla montagna e, dal momento che siamo compatrioti, l'ho invitato a casa. Così farà riposare il suo cavallo, e domani lo accompagnerò per un tratto."
"Bravo, càpita proprio al momento giusto. È l'anniversario della morte di tuo padre: chiediamo al reverendo di acquistargli meriti recitando qualche passo di sutra. Vorrà dire che lo accompagnerai dopodomani."
Liu Boqin, benché fosse un uccisore di tigri e si fregiasse del titolo di Grande Protettore Pacificatore della Montagna, non era privo di pietà filiale. Colse al volo il suggerimento di sua madre, corse a preparare incenso e carta moneta e insisté per trattenere Tripitaka.
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