Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Nel tardo pomeriggio, mentre stavano ancora conversando, i giovani domestici disposero tavola e sgabelli, e servirono piatti fumanti di carne di tigre. Il cacciatore invitò Tripitaka a servirsi; poi sarebbe venuto il riso.
     "È molto gentile da parte vostra, ma non posso nascondervi" confessò Tripitaka giungendo le mani sul petto "che sono un monaco che non ha mai mangiato carni, fin dalla nascita."
     Boqin rifletté a lungo prima di rispondere: "Reverendo, la nostra povera famiglia, per quanto si risalga nelle generazioni, non è mai vissuta osservando una dieta vegetariana. Anche se combinassimo il pranzo, diciamo, con qualche germoglio di bambù, delle orecchiette, dei legumi secchi e preparassimo del formaggio di soia, dovremmo poi cuocere tutto con grasso di cervo o di tigre, che non sono proprio ingredienti di magro. Le due pentole che abbiamo sono tutte incrostate di grassi del genere. Come facciamo? Mi dispiace, ho avuto torto a invitarvi."

     "Non vi date pena, servitevi, vi prego! Posso benissimo sopportare la fame per tre o quattro giorni. Ma non potrei mai violare la regola che vieta il consumo della carne."
     "E se vi trovaste sul punto di morir di fame?"
     "In ogni caso vi sono molto grato di avermi tolto dalle unghie di quelle belve: morir di fame è sempre meglio che essere divorato da una tigre."
     Ma la madre del cacciatore esclamò: "Ragazzo mio, non discutere con il reverendo monaco. Gli combino io un pasto di magro."
     "E come ti procurerai l'occorrente?"
     "Non preoccuparti, ho tutto quello che serve."


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