Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Tripitaka lo seguì tirandosi dietro il cavallo. Bastò una marcia di pochi li per portarli dove si vedeva una scimmia che spingeva il naso e sporgeva le dita dagli interstizi di un cofano di pietra, agitandosi disperatamente ed esclamando: "Maestro, ce ne avete messo di tempo! Comunque, meglio tardi che mai: benvenuto! Tiratemi fuori di qui, e vi scorterò fino al Paradiso dell'Ovest."
     Il monaco si avvicinò per vederla meglio. Che aspetto aveva?

     Appuntita la bocca, guance cave,
     Occhi di fuoco con pupille d'oro;
     Muschi e licheni le copron la testa
     E le liane le spuntan dagli orecchi.
     Sulle sue tempie cresce l'erba verde
     E carici sul mento a mo' di barba,
     Del fango in fronte, terra dentro il naso.
     È assai depressa, non ha bella cera.
     Mani piene di calli e di sporcizia

     Con dita intorpidite. Va ancor bene
     Se ha possibilità di muover gli occhi.
     Certo la lingua nessuno la ferma,
     Ma quel povero corpo è paralitico.
     È il nostro buon Scimmiotto, il grande santo,
     Che dopo cinque secoli di pena
     Ormai scontata, è pronto per uscire.

     Il cacciatore era talmente audace che si accostò fino a levarle la vegetazione che le cresceva sulle tempie e sul mento, e le chiese: "Che cos'hai da dire?"
     "A te niente. Fa venir qui il maestro della legge, che devo parlare con lui."
     "Che cosa vuoi da me?" chiese Tripitaka.
     "Non saresti per caso la persona che il grande re delle terre dell'Est ha inviato a cercare le scritture nel Paradiso dell'Ovest?"
     "Sono proprio io. Perché me lo chiedi?"
     "Io sono il Grande Santo Uguale al Cielo. Ne avevo fatto di casino in Cielo, cinquecento anni fa! Per qualche scherzetto ai superiori, niente di più, il Buddha mi ha incastrato qua sotto. Ultimamente la pusa Guanyin è passata di qua mentre, per ordine del Buddha, andava nell'Est a scegliere qualcuno che partisse in cerca delle scritture. Le ho chiesto di fare qualcosa per me, e lei mi ha impegnato a rinunciare alla violenza, a seguire la legge del Buddha e a proteggere il pellegrino, accompagnandolo nell'Ovest a rendere omaggio al Buddha. Un'impresa così non può che farmi bene. Perciò sono rimasto all'erta giorno e notte, con il cuore che mi batteva mattina e sera, ad aspettare che arrivaste e mi tiraste fuori, maestro. Sono pronto a proteggere la vostra ricerca e a diventare vostro discepolo."


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