Visto che sembrava pieno di buone intenzioni e aveva il piglio di un vero sramana, Tripitaka gli chiese: "Qual'è il tuo nome, caro discepolo?"
"Mi chiamo Scimmiotto."
"Ti darò un nome in religione, che convenga meglio al nostro uso."
"Grazie della generosa iniziativa, ma ho già anche quello; il mio nome completo è: Scimmiotto Consapevole del Vuoto."
"Un nome molto adatto alla nostra scuola. Ma con la tua aria di piccolo dhûta ti vorrei dare anche il soprannome di Novizio. Ti va?"
"Va benissimo!"
Da allora Scimmiotto si chiamò anche il Novizio.
Boqin, visto che Scimmiotto dava segno di voler partire, si rivolse a Tripitaka per salutarlo: "Reverendo, avete avuto la fortuna di trovare questo ottimo discepolo. Congratulazioni! Io, a questo punto, me ne tornerei indietro."
"Vi ho portato molto lontano da casa e vi sono infinitamente grato" rispose Tripitaka inchinandosi e profondendosi in complimenti. "Al vostro ritorno, salutatemi le signore, che ho tanto disturbato. Spero che le rivedrò, sulla strada del ritorno, per rinnovare i miei ringraziamenti."
E con molte cerimonie si separarono.
Scimmiotto invitò Tripitaka a montare sul cavallo, da cui aveva tolto i bagagli per metterseli in spalla, e partì a gran passi, tutto nudo. Mentre valicavano il Monte delle Due Frontiere, si fece loro incontro una tigre feroce che ruggiva minacciosa. Dall'alto del cavallo Tripitaka tremava, ma Scimmiotto gli disse allegramente: "Niente paura, è quello che ci voleva: il garzone del sarto mi consegna i pantaloni."
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