Quanto alla sbarra di ferro, aveva ripreso le dimensioni di un ago ed era stata rimessa dietro l'orecchio. Si mise in spalla i bagagli e pregò il monaco di risalire a cavallo.
Mentre camminavano, Tripitaka chiese: "Consapevole del Vuoto, che ne hai fatto dalla sbarra con cui hai ucciso la tigre?"
"Maestro" rispose ridendo Scimmiotto, "voi non sapete la storia del mio randello: viene dal palazzo del drago dell'oceano orientale. Si chiama Prezioso ferro magico per sondare il fiume celeste, o anche Bastone a Piacer Vostro cerchiato d'oro. Gli devo molto: l'anno che mi ribellai al Cielo mi rese molti servizi. Si può ingrandire e rimpicciolire. Ora ne ho fatto un ago da ricamo e me lo sono infilato dietro l'orecchio. Lo tiro fuori solo quando occorre."
Tripitaka continuò: "Come mai, poco fa, la tigre si era acquattata e non si muoveva? Si è lasciata colpire con tutto comodo. Che cosa significa?"
"Non posso nascondervi che a vedermi, non dico una tigre, ma nemmeno un drago oserebbe fare lo spiritoso. Il vostro vecchio Scimmiotto sa sottomettere tigri e draghi, sa far risalire le correnti dei fiumi e sollevare gli oceani. So leggere le facce e penetrare il senso di ogni rumore. Posso ingrandirmi come l'universo e ridurmi più piccolo di un pelo. So fare una quantità di trasformazioni, scomparire e riapparire. Scorticare questa tigre non è stato niente di speciale. Vedrete i miei talenti quando ci troveremo in difficoltà."
Il discorso rasserenò Tripitaka, che si sentì così sollevato dai suoi perpetui timori, da arrivare a spronare il cavallo per affrettarne il passo. Mentre maestro e discepolo camminavano e chiacchieravano, scendeva la sera:
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