Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Raggi obliqui di luce son riflessi
     Dalle nubi che vengon dall'oceano.
     Stormi d'uccelli cercano rifugio
     Dentro i boschi levando i loro stridi.
     Riparano le fiere nelle tane.
     Giovane luna come falce in cielo
     Spicca fra mille stelle scintillanti.

     "Maestro, allunghiamo il passo, si fa tardi! Quel boschetto laggiù ha l'aria di appartenere a una fattoria: ci converrà cercare rifugio da quella parte."
     Spronando di nuovo il cavallo, Tripitaka seguì l'indicazione. Giunsero presto alla tenuta e Scimmiotto, messi a terra i bagagli, si fece avanti gridando: "Ehi, aprite!"
     Un vecchio appoggiato a una canna di bambù incominciò ad aprire la porta cigolante, ma quando vide l'orrido aspetto del Novizio, con la pelle di tigre cinta alla vita e la voce da dio del tuono, si sentì tremare le gambe e balbettò: "Un diavolo, questo è proprio il diavolo!"

     Tripitaka si fece avanti per sorreggerlo: "Non temete, caro donatore, è il mio discepolo, non è un mostro."
     Il vecchio, rassicurato dai lineamenti straordinariamente puri del monaco, chiese: "Da quale monastero vieni, per portarti dietro questa orrenda creatura?"
     "Vengo dalla corte dei Tang e vado al Paradiso dell'Ovest per cercare le scritture. La nostra strada passa da qui. Poiché si sta facendo tardi, ci permettiamo di sollecitare l'elemosina di una notte da passare nella vostra residenza. Ripartiremo domattina, prima dell'alba. Speriamo proprio che ci concederete questa piccola agevolazione."
     "Vedo che tu sei un cinese dei Tang, ma quello lì, il tuo spaventoso compagno, non lo è di sicuro."


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