Il drago gli si gettò addosso sfoderando i lunghi artigli e spalancando le mascelle, ma ebbe il suo daffare davanti a quella sbarra che volteggiava. Davanti alla cascata impegnarono un tremendo combattimento. Ecco qua:
Sfodera il drago le unghie taglienti,
Leva la scimmia la sbarra di ferro.
Fili di giada bianca nella barba
Pendono all'uno; negli occhi dell'altro
Si vede lampeggiare l'oro rosso.
L'un dalla bocca sputa fuoco ardente,
L'altro fa un uragano col randello.
Il primo fu punito da suo padre,
L'altro, mostro perverso, sfidò il Cielo.
Ciascun ricorda le sue dure prove
E a tutti costi vuol vincer lo scontro.
Combatterono a lungo, andarono e vennero, girarono e rigirarono, finché il drago non ce la fece più e fu preso dai crampi. Incapace di resistere, fece dietro front, scivolò nell'acqua e andò ad acquattarsi sul fondo, guardandosi bene dal metter fuori la testa. Il re scimmia ebbe un bell'insultarlo in tutti i modi: il giovanotto faceva orecchio da mercante.
Il Novizio fece una corsa da Tripitaka per metterlo al corrente della situazione: "Maestro, ero riuscito a far uscire il mostro insultandolo ben bene, e abbiamo combattuto a lungo, finché la fifa l'ha fatto scappare. Adesso si è nascosto nell'acqua e non vuole più uscire."
"Non sappiamo se ha davvero divorato il cavallo."
"Figuriamoci! Secondo voi, se non lo avesse mangiato, avrebbe risposto alle mie provocazioni?"
"L'altro giorno, quando avevi rotto la testa a quella tigre, mi avevi detto che eri capace anche di sottomettere i draghi. Come mai oggi non ti riesce?"
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