Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il vecchio ne sembrò molto contento e non smetteva di ripetere: "Scusatemi se non so accogliervi meglio." Ordinò al ragazzino di preparare il pasto, di cui Tripitaka lo ringraziò cerimoniosamente.
     Scimmiotto si guardava intorno; adocchiò una corda per stendere ad asciugare la biancheria, tesa sotto la tettoia, la spezzò con un colpo secco e se ne servì per impastoiare le zampe del cavallo. Il vecchio si mise a ridere: "Dove l'avete rubata, quella bestia?"
     "Ehi, vecchio, non sai con chi parli! Ti pare che dei santi monaci come noi, che riveriscono il Buddha, possano essere ladri di cavalli?"
     "Se non l'avete rubato" fece notare il vecchio, che continuava a ridere, "come mai non ha sella né finimenti, tanto che per legarlo dovete rompere la mia corda della biancheria?"

     "È tanto birbante, quanto impulsivo e suscettibile" si scusò Tripitaka. E se la prese con Scimmiotto: "Se vuoi legare il cavallo, puoi chiedere per favore una corda al nostro ospite, senza rompere quella della biancheria. Venerabile fratello maggiore, non gliene vogliate. In effetti questo non è un cavallo rubato. Ieri, venendo dall'est, avevo un cavallo bianco che era bardato di tutto punto. Purtroppo al Torrente del Dolore dell'Aquila il drago del posto, divenuto un malfattore, se l'è mangiato. Per fortuna il mio discepolo ha usato i suoi poteri per commuovere la pusa Guanyin, che ha catturato il drago e l'ha trasformato in un cavallo bianco simile al mio. Ne ho bisogno per farmi portare al Paradiso dell'Ovest, a incontrare il Buddha. Abbiamo appunto attraversato quel torrente oggi stesso, e non abbiamo avuto il tempo di procurarci un'altra bardatura."


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