Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Maestro, non vi offendete, mi piace scherzare. Non pensavo che il vostro eminente discepolo mi prendesse sul serio. Da giovane, quando avevo qualche soldo, mi piacevano i cavalli. Ma con gli anni ho avuto la mia razione di miserie, lutti e incendi. Ora non ho altra risorsa che gestire questo santuario. Per fortuna, le elemosine dei donatori del villaggio mi dànno di che vivere. Mi sono rimasti una sella e dei finimenti che mi sono molto cari, tanto che non li ho mai venduti nonostante la mia povertà. Ma ora che ho appreso la vostra storia, maestro, e come la pusa abbia trasformato il drago in un cavallo per trasportarvi, non mi posso certo sottrarre al dovere di fare la mia parte. Domani andrò a prendere la bardatura e sarò lieto di offrirvela quando partirete, sperando che vorrete accettarla con un sorriso di indulgenza."

     Tripitaka si profuse in ringraziamenti.
     Poco dopo il ragazzino servì il pasto di magro della sera e portò le lampade. Poi preparò i letti e ciascuno si ritirò per dormire.
     La mattina seguente Scimmiotto, alzandosi, incitò: "Maestro, il gestore del tempio ci ha promesso la bardatura. Andate a chiedergliela senza debolezze!"
     Mentre finiva di parlare, il vecchio si presentò con sella, cuscinetti, redini, staffe, in breve tutti i finimenti di una bardatura completa. Posò tutto sotto la tettoia dicendo: "Maestro, ecco i finimenti."
     Tripitaka li accettò con piacere e chiese a Scimmiotto di metterli al cavallo per verificare se si adattavano. Il Novizio li esaminò uno per uno e constatò che erano di ottima qualità. Lo testimoniano i versi:


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