Va spedito nei sandali di paglia.
Regge il pesce di legno ovunque vada,
Borbottando preghiere senza tregua
In perenne ricerca di saggezza.
Vedendolo Tripitaka si fermò e congiunse le mani. Il monaco gli rese premurosamente il saluto e disse sorridendo: "Scusate, vi stavo mancando di rispetto. Da dove venite? Vogliate entrare nella mia cella a prendere il tè."
"Il vostro discepolo è un inviato imperiale delle terre dell'Est, incaricato di chiedere le scritture al Buddha nel Monastero del Colpo di Tuono. Poiché il cielo scuriva quando siamo arrivati da queste parti, avremmo voluto approfittare del vostro eminente monastero per trascorrervi la notte."
"Entrate a sedervi, prego!"
Tripitaka fece segno al Novizio di entrare con il cavallo. Il monaco notò allora l'aspetto di Scimmiotto e chiese allarmato: "E quello chi è? quel coso che conduce la bestia".
"Zitto, per carità! È un tipo irritabile; se vi sente chiamarlo coso si arrabbierà. È il mio discepolo."
"Prendersi per discepolo un tipo così ripugnante, così strano!" esclamò il monaco mordendosi le dita e rabbrividendo.
"Non bisogna badare alle apparenze; per quanto sia brutto, mi ha reso grandi servigi."
Il monaco li accompagnò nel recinto, dove l'edificio principale portava sulla facciata la scritta in grandi caratteri:
CORTE DI MEDITAZIONE DI GUANYIN
Tripitaka se ne rallegrò ed esclamò: "Il vostro discepolo ha goduto molte volte della santa grazia di Guanyin, senza avere la possibilità di ringraziarla. Trovarsi nel suo monastero è un po' come incontrarla di persona: una bella occasione per esprimerle la mia gratitudine."
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