Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il Novizio slegò il cavallo, lo prese per la briglia e, sollevando i bagagli, vi si recò aggirando l'edificio principale. Ciascuno si sedette secondo il rango.
     Dopo il tè fu servito un pasto di magro, benché fosse ancora presto per mangiare. Mentre Tripitaka porgeva i suoi ringraziamenti, comparvero due ragazzi che reggevano un vecchissimo monaco; ecco in quale stato era:

     In capo un berretto alla Vairocana
     Sormontato da un gran crisoberillo.
     La tunica di lana e di broccato
     Con frange d'oro e piume colorate.
     Brillan gli otto tesori sulle scarpe.
     Pietre stellanti incrostano il bastone.
     Reca più rughe in volto che la strega
     Dei Monti Li; i suoi occhi son più torbidi
     Di quei del drago dei mari dell'Est.
     Bocca sdentata aperta a tutti i venti,
     Schiena storta, gibbosa e rattrappita.


     "Ecco il nostro patriarca" annunciarono i monaci. Tripitaka s'inchinò e gli disse: "Venerato maestro del monastero, il vostro discepolo vi saluta umilmente."
     Il vecchio monaco gli rese la cortesia e ciascuno si sedette. Prese la parola il patriarca: "I ragazzi mi hanno detto che vostra signoria viene dalla corte dei Tang, nelle terre dell'Est; perciò sono accorso a salutarvi."
     "Abbiamo invaso senza complimenti il vostro prezioso ritiro, vogliate perdonarci."
     "Prego, prego! Vostra signoria, quanto è lunga la strada da qui alle terre dell'Est?"
     "Da Chang'an al Monte delle Due Frontiere, dove ho trovato il mio discepolo, ci sono più di cinquemila li. Per arrivare qui abbiamo dovuto percorrere altri cinque o seimila li, in due mesi di viaggio, attraversando il paese di Hami, abitato dai barbari."


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