Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 320
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     C'erano settanta od ottanta celle, in cui vivevano un paio di centinaia di persone. Quella notte ammucchiarono legna tutto intorno alla sala di meditazione, in modo da intercettare ogni via d'uscita, e si apprestavano a darvi fuoco.
     Tripitaka e il suo discepolo dormivano. Ma il Novizio aveva facoltà soprannaturali; anche dormendo manteneva lo spirito concentrato per esercitare il respiro, e gli occhi erano all'erta sotto le palpebre semichiuse. Sentì andare e venire all'esterno, la legna scricchiolare, il vento soffiare; e gli venne qualche sospetto: "Perché tutti questi passi a quest'ora di notte? Non ci saranno in giro dei briganti?"
     Balzò in piedi, e avrebbe aperto la porta per vedere che cosa accadeva, se non avesse temuto di svegliare il maestro. Eccolo che usa i suoi poteri magici, si dà uno scrollone e si trasforma in un'ape. È il caso di dirlo:


     Bocca di miele, coda di veleno,
     Piccola taglia con un corpo lesto,
     Va tra salici e fiori come freccia,
     Coglie polline e insegue ogni profumo.
     Piccolo corpo reca grandi carichi,
     Ali leggere ronzano nel vento.
     L'ape scivola via da una fessura
     E osserva tutto col suo sguardo limpido.

     Vide i monaci tutti indaffarati a portare legna e paglia, di cui avevano circondato l'edificio; non restava che di darvi fuoco. Scimmiotto se la rideva sotto i baffi: "È proprio come diceva il mio maestro. Ci vogliono ammazzare per impadronirsi del kasâya. Potrei fargli assaggiare il mio bastone, ma al primo tocco resterebbero spiaccicati, poverelli; e il maestro tornerebbe a rimproverarmi di violenza. Va bene. Ritorciamo lo stratagemma contro di loro; come si dice: se il montone si è smarrito, tanto vale che lo porti a casa tua. Gli renderemo dura la vita."


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]