Scimmiotto copriva la residenza del patriarca nella parte posteriore, mentre il coperchio ignifugo proteggeva la sala di meditazione in quella anteriore. Tutto il resto bruciava allegramente fino a riempire il cielo di rossi bagliori e perforare i muri con vampe dorate.
Lo scoppio dell'incendio attirò l'attenzione di un mostro della montagna. A venti li dal monastero, in direzione sud, si trovava il Monte del Vento Nero, dove una caverna con lo stesso nome serviva da rifugio all'essere malefico. Mentre si rigirava nel sonno, i bagliori colpirono i suoi occhi; li aprì credendo che si levasse il sole. Ma quando uscì a vedere, scoprì che si trattava di un grande incendio che ardeva a nord.
"Quello è il Monastero di Guanyin che ha preso fuoco. Sono così negligenti quei monaci! Andiamo a vedere se posso dar loro una mano."
Che bravo mostro! Si alzò su una nuvola e giunse subito sul posto: si erano dovuti abbandonare tutti gli edifici della parte anteriore, e il fuoco infuriava nelle gallerie.
Il mostro avanzò a gran passi e aveva l'intenzione di forzare l'ingresso e di gridare che si portasse acqua, quando si accorse che sul tetto di un edificio posteriore, che non aveva preso fuoco, qualcuno provocava tutto quel vento. Incominciò a farsi un'idea di che cosa stava accadendo, e si introdusse in quell'edificio. La stanza era illuminata da alcune lampade, e sul tavolo era appoggiato un pacco avvolto in carta oleata. Lo aprì e vide che conteneva un kasâya di broccato come non ne aveva mai visti; si rese conto che doveva essere un raro tesoro della setta del Buddha.
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