"Mi ero impegnato a seguirlo come discepolo già da qualche anno, per esortazione della pusa Guanyin."
"Ne sono proprio contento" approvò il maestro di meditazione. Poi puntò il dito su Scimmiotto e chiese: "E questo chi è?"
"Com'è che il vecchio Chan conosce lui" replicò il Novizio ridendo "e non conosce me?"
"Perché non mi pare di aver mai avuto il piacere di fare la vostra conoscenza."
"È il mio discepolo più anziano, Consapevole del Vuoto" precisò Tripitaka.
"Vi porgo le mie scuse" disse sorridendo il maestro di meditazione.
Tripitaka rinnovò gli inchini e si permise di chiedere notizie sulla distanza da percorrere per arrivare al Monastero del Colpo di Tuono.
"È ancora molto, molto lontano. E la strada è infestata da tigri e da leopardi: non è facile da percorrere."
"Ma quanti li ci saranno, di preciso?" insisté rispettosamente Tripitaka.
"Per quanto lunga sia la strada, un giorno o l'altro ci arriverete. Difficili da disperdere sono gli ostacoli del demone dell'illusione. Ho qui un rotolo del Sutra del Cuore, in cinquantaquattro versi e duecentosettanta caratteri. Quando quel demone vi ostacolerà, sarà sufficiente recitarlo per evitare ogni danno."
Tripitaka si prosternò per chiedere di conoscerlo, e il maestro di meditazione glielo trasmise recitandolo. Ecco quel testo:
MAHÂ PRAJÑÂ PÂRAMITÂ HRDAYA SÛTRA(19)
La pusa Guanyin, penetrando la perfezione della sapienza, percepì la vanità dei cinque aggregati e superò ogni sofferenza. O Sâriputra, la realtà non è diversa dal vuoto, né il vuoto dalla realtà: la realtà è vuoto, e il vuoto realtà. Ciò vale anche per le sensazioni, i pensieri, le azioni e le conoscenze. O Sâriputra, tutti i buddha sono vane apparenze, senza nascita né estinzione, senza impurità né purezza, senza crescere né ridursi.
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