Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "La parlantina ce l'ha tua nonna! Di questi tempi, con le fatiche del viaggio, sono troppo stanco per dire tutto quello che penso."
     "Meno male. Se tu fossi meno stanco, non credo che riuscirei a sopravvivere alle tue chiacchiere. Con quello che dici di saper fare, si capisce che potrete andare a ovest finché vorrete. Quanti siete? Vi prego di venirvi a riposare nella mia capanna."
     "Vi ringrazio, caro donatore, di non esservi offeso" rispose Tripitaka. "Siamo in tre."
     "Dov'è il terzo?"
     "Hai la vista cattiva" disse Scimmiotto. "Secondo te, chi è quello lì nell'ombra?"
     In effetti il vecchio non ci vedeva bene. Strizzando gli occhi, distinse la faccia di Porcellino e ne ebbe un tale spavento che corse verso la sua camera, incespicando e gridando: "I mostri!"

     Scimmiotto lo acciuffò: "Non aver paura, non è un mostro: è il mio condiscepolo."
     "A meraviglia!" esclamò il vecchio tremando come una foglia. "Siete uno più spaventoso dell'altro."
     "Caro signore" sentenziò Porcellino avvicinandosi, "se giudicate le persone da come sembrano, non farete che commettere uno sbaglio dopo l'altro. Per brutti che siamo, entrambi possiamo renderci molto utili."
     Mentre discutevano col vecchio, sopraggiunsero due giovanotti che venivano da sud, seguiti da una vecchia con tre o quattro bambini, maschi e femmine, a piedi nudi e con gli abiti rimboccati, perché erano stati a piantare insalate nell'orto. Alla vista del cavallo bianco lanciarono gridi di sorpresa e si precipitarono incuriositi a vedere che cosa stava avvenendo.


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