Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Se doveste avere problemi insuperabili lungo il cammino, ritornate alla mia capanna" disse loro il vecchio.
     "Al diavolo il disfattismo!" replicò Scimmiotto. "Noi, che abbiamo lasciato le nostre famiglie, non ritorniamo mai sui nostri passi."
     E ripresero il viaggio. Ma, ahimè, questa volta non fu la buona strada: in effetti diavoli perversi preparavano loro gravi calamità.
     Dopo nemmeno mezza giornata di cammino, si trovarono davanti enormi montagne di aspetto pericoloso. Avvicinandosi alle rupi, Tripitaka contemplava il paesaggio chinandosi sulla sua preziosa sella.

     Grande catena
     Alta montagna
     Ripida rupe
     Scosceso abisso
     Torrente rapido
     Fiori olezzanti.
     Salivano le cime fino al cielo,
     Sprofondavan le gole nell'Inferno.
     Rocce di strane forme risalivano
     I pendii fino al cielo nuvoloso.

     Le schiere innumerevoli di rupi
     Torreggianti, di diecimila tese,
     Ti stringevano il cuore. Là si aprivano
     Le grotte serpeggianti dei dragoni,
     Dove perpetuamente l'acqua cade
     A goccia a goccia. Si vedevan cervi
     Dalle corna ramose, stolte antilopi
     Dallo sguardo perduto, acciambellati
     Gli scagliosi pitoni, pazze scimmie
     Dal muso bianco. Quando vien la sera
     Escon le tigri dalla tana, all'alba
     Emergono dall'acqua i grandi draghi.
     L'ingresso delle grotte all'improvviso
     Può animarsi di lotte e di rumori,
     A sorpresa dall'erba prende il volo
     Il fagiano. Si muovon circospetti
     Nella foresta gli animali, i cuori
     Tremano quando passa la gran belva [...]

     Il cavallo del maestro rallentava l'andatura, Scimmiotto perdeva tempo, Porcellino si curvava sotto il peso dei bagagli. Mentre si guardavano intorno, udirono rumori di temporale.


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