"Lasciate fare a me."
La tigre d'avanguardia scelse i cinquanta mostri più robusti e uscì bandiere al vento, al rullo dei tamburi, brandendo le due sciabole di bronzo e urlando minacciosa: "Che cosa cerchi, scimmia di un monaco, per avere la sfrontatezza di venir qui a fare tanto baccano?"
"Scorticato schifoso! Prima mi fai il trucco della cicala per impadronirti del nostro maestro, e poi mi chiedi che cosa ci vengo a fare. Ridammelo senza storie, se non vuoi avere la peggio."
"Il tuo maestro l'ho preso per servirlo in tavola al nostro grande re. Levati di torno, se hai un po' di sale in zucca, altrimenti finirai anche tu su un piatto di portata. Come si dice: l'osso di giunta."
Scimmiotto vide rosso. Digrignava i denti d'acciaio, i suoi occhi di fuoco lampeggiavano. Brandì il randello urlando: "Che poteri hai tu per permetterti questo tono? Aspetta un po' che ti insegno io!"
L'altro alzò le sciabole per parare il colpo. Le grandi capacità dei due avversari diedero un bello spettacolo. Che battaglia!
Se quel mostro è davvero un uovo d'oca,
Fa Scimmiotto da pietra all'uovo d'oca.
Le sciabole che inquadrano il re scimmia
Non risultano infine più efficaci
Delle uova lanciate contro un muro.
Colomba non fa guerra alla fenice,
Il piccione non può battere il falco.
Per quanto il mostro ce la metta tutta,
In capo a pochi scontri si ritrova
La schiena rotta, perdute le forze.
Si volge per fuggire, ma Scimmiotto
Al vinto non vuol certo dar quartiere.
Presto il mostro non poté più sostenere gli assalti dell'avversario e si volse in fuga. Per essersi vantato vanamente, non osava rientrare nella grotta; perciò scese giù per la china, con Scimmiotto alle costole, che gridava senza tregua. Passarono accanto alla cavità dove Porcellino aveva posato i bagagli e faceva pascolare il cavallo. Otto Divieti, udendo le grida, alzò la testa e vide il mostro inseguito dal Novizio. Lasciò perdere il cavallo, alzò il rastrello, si fece incontro alla tigre d'avanguardia e glielo calò sulla testa. L'infelice
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