"È successo un disastro!" esclamò il Novizio, battendo concitato le mani. "In vita mia non avevo mai visto un uragano simile. Il mostro combatteva con un tridente. Dopo una trentina di scontri, ho usato la moltiplicazione del corpo per circondarlo, ma il panico lo ha indotto a produrre quel vento: facevo fatica a reggermi in piedi, ho dovuto raccogliere le mie carabattole e venirmene via. Che vento, avi miei! Anch'io so fare pioggia e vento, ma niente di così malvagio come quel brutto diavolo."
"Come lo valuti, dal punto di vista tecnico?"
"È un uomo a posto. Il tridente lo sa usare perfettamente. Direi che è un avversario alla mia altezza. Con quella risorsa del vento, non sarà facile vincerlo."
"E il nostro maestro, come lo salveremo?"
"Bisognerà inventare qualcos'altro. Mi chiedo se non si potrebbe trovare un oculista, da queste parti, per curarmi gli occhi."
"Che cos'hai agli occhi?"
"Il mostro mi ci ha soffiato quella roba: sento i globi degli occhi in fiamme e continuo a lacrimare."
"Vecchio mio, qui in montagna, e per di più la sera, non troveremo certo oculisti. Dovremo fare a meno anche di un riparo per dormire."
"Non è detto che non si trovi. Non credo che, per il momento, l'orco osi fare del male al maestro. Ritorniamo sulla strada maestra e cerchiamo un abitato. Domattina ritorneremo a occuparci del mostro."
"Giusto, sono d'accordo."
Tirandosi dietro il cavallo, scesero verso il fondo valle per raggiungere la strada. Mentre il crepuscolo incupiva, sentirono cani abbaiare. Si guardarono intorno e riconobbero le luci smorte di una fattoria. Abbandonata la strada, si gettarono di corsa giù per il pendio erboso, finché giunsero al cancello. Si vedevano
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