"Apri gli occhi, e guardati un po' intorno."
Il bestione si rese conto che si trovavano all'aperto, e saltò su come una molla: "Dov'è il mio cavallo?"
"Non lo vedi là, legato all'albero?"
"E i bagagli?"
"Non sono posati lì, accanto a te?"
"Certe volte la gente pensa solo ai suoi comodi: sloggiano e non ti dicono niente. Ne potevano parlare! E pensare che volevo fargli un regalo. Forse avevano noie per le tasse e gli occorreva tagliar la corda all'insaputa del capo del villaggio. Perciò se la saranno svignata nella notte. Ma noi dovevamo proprio dormire come ceppi: come avremo fatto a non sentire niente, mentre loro ci smontavano la casa sulla testa?"
"Gran bestia!" replicò Scimmiotto ridacchiando. "Smettila di dir sciocchezze. Va piuttosto a prendere quel biglietto appeso all'albero."
Porcellino lo prese e lo spiegò; conteneva la seguente quartina:
La fattoria non era dimora di mortali,
Ma asilo preparato dal protettor del cielo.
Il balsamo efficace per guarire i tuoi occhi
Ti è stato procurato per renderti più forte.
"Quella banda di fannulloni!" esclamò Scimmiotto. "Dopo la vicenda del drago trasformato in cavallo non li ho più convocati, e loro ne approfittano per prenderci in giro."
"Non è il caso di sfottere, fratello. Perché mai dovrebbero venire a chiedere a te che cosa devono fare?" brontolò Porcellino.
"Fratellino, non sai niente. Devono essere stati i protettori dei monasteri; Guanyin li ha incaricati di proteggere segretamente il nostro maestro, insieme ai sei vigili delle tenebre, le sei guardie della luce, i rivelatori di verità dei cinque orienti e i quattro protettori del tempo. Da quando ti sei unito a noi non ne ho più avuto bisogno, perciò non ho più ripetuto l'appello, dopo che si erano fatti registrare la prima volta."
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