"In effetti il Beato Buddha mi aveva ordinato di sottomettere questo mostro. Il Beato mi diede una pillola per fermare il vento, e un prezioso bastone chiamato Drago Volante. Dopo averlo catturato, gli avevo risparmiato la vita a condizione che si ritirasse sulla montagna e si astenesse dal nuocere ad esseri viventi e da ogni ingiuria. Non sapevo che trasgredisse i miei ordini e volesse uccidere il vostro stimato maestro: è colpa mia."
Il pusa avrebbe voluto trattenere il Novizio e offrirgli un pasto vegetariano, ma Scimmiotto insisté per partire immediatamente. Perciò salirono su una nuvola, portando con sé il bastone Drago Volante, e giunsero in breve sul Monte del Vento Giallo.
"Grande santo" disse il pusa, "il mostro ha una gran paura di me. Sarà meglio che io resti nascosto sulla nuvola, mentre voi lo provocherete a combattere per attirarlo all'aperto; allora potrò esercitare su di lui la potenza della Legge."
Scimmiotto eseguì: scese dalla nuvola e, senza por tempo in mezzo, tirò fuori la sua sbarra e sfondò la porta della grotta, gridando: "Mostro, rendimi il mio maestro!"
Il diavolino portinaio corse a riferire.
"Quella maledetta scimmia non ha proprio maniere" brontolò il vecchio diavolo. "Invece di confessarsi vinta, mi viene a sfondare la porta. Ma questa volta le soffio addosso un vento, che di lei non lascerà nemmeno la cenere."
Indossò l'armatura, impugnò il tridente d'acciaio e uscì. Come vide il Novizio, senza stare a discutere, mirò al petto e fece un affondo. Scimmiotto parò e lo affrontò alzando il suo randello. Dopo poche mosse, il mostro volse il capo a sud ovest e spalancò la bocca per provocare il vento; quand'ecco che, dall'alto, Buon Augurio gettò il bastone magico pronunciando un incantesimo. La cosa si trasformò in un drago dorato con otto zampe armate di artigli. Questi artigli afferrarono il mostro, lo sollevarono da terra e lo portarono a sbattere due o tre volte contro la parete rocciosa, finché il malvagio assunse il suo aspetto originario: era una grossa martora di pelo giallo.
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