Scimmiotto narrò l'intervento del pusa. Il maestro espresse la propria infinita riconoscenza.
I due discepoli imbastirono un pasto di magro con il cibo che si trovava nella grotta. Dopo pranzo uscirono e ripresero la strada verso l'Ovest.
Se in fin dei conti non sapete che cosa avvenne dopo, ascoltate il seguito.
CAPITOLO 22
SABBIOSO
IN CUI PORCELLINO AFFRONTA UN GRAN DUELLO NELLE ACQUE DEL FIUME DELLE SABBIE MOBILI, E MOKSA ASSOGGETTA CONSAPEVOLE DELLA PUREZZA PER ORDINE DELLA LEGGE E DI GUANYIN.
Dice il racconto che il monaco cinese e i suoi due discepoli, superata felicemente la prova, impiegarono più di una giornata per valicare la catena montuosa del Vento Giallo e, sempre avanzando verso l'Ovest, giunsero in una vasta pianura. Nel rapido alternarsi della luce e delle tenebre, l'autunno era succeduto all'estate. Sui salici spogli sopravviveva qualche cicala intorpidita, la costellazione del Grande Fuoco volgeva anch'essa a ovest. Proseguendo il cammino, raggiunsero una vasta distesa di acque, ribollente di onde e di gorghi.
"Discepoli miei!" gridò sgomento Tripitaka dall'alto della sua cavalcatura. "Guardate quell'immensa distesa di acque. Com'è possibile che non ci navighi neppure un'imbarcazione? Come faremo ad attraversarla?"
"Sono acque turbolente; non meraviglia che non ci siano imbarcazioni ad affrontarle" rispose Porcellino, davanti allo spettacolo che si offriva ai loro occhi.
Scimmiotto balzò per aria e, facendosi solecchio con la mano, scrutò l'orizzonte. Si spaventò anche lui: "Maestro, è un bel guaio! Se non fosse che per il vostro vecchio Scimmiotto, basterebbe un colpetto di reni per trovarsi di là dal fiume. Ma per voi, maestro, non so proprio; sembrerebbe impossibile."
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