"Be', il tuo vecchio Porcellino, quand'era Ammiraglio dei Canneti Celesti, comandava qualcosa come ottantamila marinai. Un'idea di che cosa sia l'acqua me la sono fatta. Ma se arrivasse tutta la banda, giovani e vecchi, sette od otto generazioni di branchie e pinne, gusci e chele, non so se riuscirei a cavarmela. E se riuscissero a incastrarmi?"
"Facciamo così: entri nell'acqua per ingaggiar battaglia, ma non ti fai agganciare più di tanto, non cerchi di batterlo ma gli lasci una certa prevalenza; poi lo attiri sulla riva, e lì si acquatta il tuo vecchio Scimmiotto e viene a darti manforte."
"Hai ragione, faremo così."
Si tolse abito e stivali ed entrò nell'acqua palleggiando il rastrello fra le mani. Con una tecnica che aveva appreso in altri tempi, si tuffò a testa in giù lanciando i piedi in aria, raggiunse il fondo e prese a camminarvi.
Intanto il mostro messo in fuga si era riparato nella sua tana; aveva avuto giusto il tempo di riprendere fiato, quando udì il rumore dell'acqua mossa da qualche intruso; si guardò intorno e vide che era Porcellino armato del suo rastrello.
"Ehi tu, monaco, dove credi di andare? Attento a te!" gli gridò il mostro brandendo la mazza.
Porcellino parò il colpo con il rastrello e rispose: "E tu che mostro sei, per avere l'audacia di sbarrarci la strada?"
"Così non mi conosci! Non sono né un mostro né un fantasma, e il mio nome e cognome ce l'ho anch'io."
"Se non sei un diavolo, perché uccidi la gente? Su, dimmi il tuo nome, se vuoi che ti risparmi la vita."
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