Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il mostro dichiaṛ:

     "Fin da ragazzo avevo forte temperamento,
     Le strade percorrevo da vero giramondo.
     Mi sono fatto un nome e sono divenuto
     Dappertutto un modello per gente coraggiosa.
     Andavo un po' dovunque, sulla terra e sull'acqua.
     Con lo spirito teso ad apprendere il Tao
     E cercare un maestro, viaggiavo per il mondo
     Tendendo la fedele ciotola da elemosine.
     Tanto viaggiai che infine finii per ripassare
     Cento volte da luoghi già noti e frequentati.
     Quando raggiunsi il vero e la luce del Tao,
     Raccolsi la fanciulla ed il fanciullo alchemico,
     Il metallo ed il legno dai padri separai.
     Cola l'acqua dei reni nel lago Sala Chiara
     Ed il fuoco del fegato penetra in Alta Torre.
     Dopo tremila imprese potei vedere il Cielo
     Ed il viso rivolsi alla Luce Verace.
     L'Imperator di Giada, seduto sul suo trono,

     Mi fece generale delle sacre Cortine
     Arrotolate. Il titolo comporta grandi onori
     Alla porta del Cielo e fin dentro la Sala
     Di Nubi Misteriose. Là portavo l'emblema
     Della tigre e la mazza per colpir la canaglia,
     In capo un elmo d'oro più brillante del sole
     E indosso un'armatura di prima qualità.
     Fra le guardie del trono che intorno vanno e vengono
     Nel celeste palazzo, avevo il primo posto.
     Partecipavo un giorno ad un grande banchetto
     Dalla regina madre, allo Stagno di Diaspro,
     Là dove si teneva la Festa delle Pesche.
     Fra quegli ospiti illustri, con stupor generale,
     Ruppi una grande coppa. Fu una disattenzione.
     Vide l'Imperatore di Giada e si adiṛ:
     Si volse agli assessori, che emisero condanna.
     Subito degradato, mi vidi trascinare


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