Il rastrello terribile. La mazza
Ti spedisce all'inferno senza avviso.
Ciascun dei due è deciso a prevalere.
Il pellegrino in cerca di scritture
Si è trovato così nella tempesta.
Perche e carpe ci perdono le scaglie,
Le tartarughe il guscio; i gamberetti,
Poverini, ci lasciano la buccia.
Gli dèi delle acque innalzano preghiere
Perché cessi il baccano. Tutto il mondo
Sotto il cielo offuscato si spaventa.
Lottarono per quattro ore buone, senza vincitore né vinto. Era la battaglia del catino di bronzo contro la scopa di ferro, della pietra di giada contro la campana di metallo.
Intanto Scimmiotto montava la guardia accanto al monaco cinese: mentre da lontano contemplava la lotta sulle acque, la sua impazienza cresceva; ma il momento di intervenire non era ancora giunto. A un tratto vide Porcellino, dopo un colpo del rastrello andato a vuoto, fingere la disfatta e fuggire verso la riva orientale. Il mostro lo inseguiva e stava per giungere a riva quando Scimmiotto, non potendone più, abbandonò il maestro, sfoderò la sua sbarra, balzò in riva al fiume e calò un fendente sulla sua testa. Il mostro ebbe il tempo di rendersi conto della situazione e si rituffò nell'acqua.
"Equipuzio di merda!" urlò Porcellino. "Sei il solito scimmione precipitoso! Se tu avessi saputo scegliere il tempo, me lo sarei tirato dietro su un'altura, in modo da tagliargli la ritirata. Adesso che hai fatto cilecca e te lo sei fatto scappare, quando pensi che si degnerà di farsi rivedere?"
"Dài, bestione, non strillare" replicò ridendo Scimmiotto. "Lascia perdere. Ritorniamo dal maestro."
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