Porcellino e Scimmiotto risalirono l'altura verso Tripitaka.
"Cari discepoli, quanta pena vi date!" disse il maestro inchinandosi.
"Non me ne parlate!" rispose Porcellino. "Sarebbe andato tutto bene se avessimo catturato il mostro per farvi attraversare il fiume."
"Come si è svolto il combattimento?"
"Il mostro è della forza del vostro vecchio Porcellino. Ho finto di perdere e di fuggire, e sono riuscito a farmi inseguire sulla riva. Ma appena ha visto il mio condiscepolo con la sbarra in mano, si è di nuovo messo in salvo nell'acqua."
"E allora che cosa faremo, adesso?"
"Non prendetevela, maestro" intervenne Scimmiotto, "e non preoccupatevi. Ormai è sera: restate qui mentre vado a mendicare del cibo adatto; quando avremo mangiato dormiremo, e domani riesamineremo la situazione."
"D'accordo; vai e ritorna presto" concluse Porcellino.
Scimmiotto balzò nelle nuvole e ritornò poco dopo con cibo di magro, che aveva mendicato nel Nord. Vedendolo ritornare così presto, Tripitaka suggerì: "Consapevole del Vuoto, perché non andiamo da questa gente che ti ha fatto l'elemosina? Non sarebbe meglio chiedere aiuto a loro per attraversare il fiume, che prendersela con il mostro?"
"Ma non è gente che stia da queste parti" replicò Scimmiotto scoppiando a ridere. "Abiteranno perlomeno a sei o settemila li di distanza. Che ne possono sapere di questo fiume? Non serve nemmeno chiederglielo."
"Non prenderci in giro, fratellone" fece Porcellino. "Sei o settemila li! E come avresti fatto ad andare e tornare in un baleno?"
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