"Ma non sai che, con la capriola nelle nuvole, faccio balzi di cento ottomila li? Figurati per una distanza così corta: alzo un dito e sono andato e tornato. Per me è una sciocchezza."
"Se è così facile, prenditi in groppa il maestro, alza il dito e salta dall'altra parte del fiume. Perché star qui a prendersela con i mostri locali?"
"Sulle nuvole sei capace di salire anche tu. Perché non te lo porti tu dall'altra parte del fiume?"
"Il fatto è che il maestro, con le sue ossa e i suoi muscoli di mortale, pesa più del Monte Tai. Non riuscirei mai a sollevarlo sulle nuvole. Ci vuole proprio il tuo metodo della capriola."
"I metodi si assomigliano tutti: la differenza sta solo nella distanza che si riesce a coprire. Tu non lo puoi sollevare, e non posso nemmeno io. Non si dice forse che il Monte Tai è leggero da sollevare più di un grano di senape, in confronto allo sforzo che ci vorrebbe per togliere un mortale dalla polvere di questo basso mondo? Anche quel mostro tremendo, che sapeva soffiare quel vento impossibile di tutti i diavoli, avrebbe potuto tirarsi dietro il maestro o trascinarlo per terra - mai sollevarlo nello spazio. Eppure di trucchi ne conosco anch'io: so rendermi invisibile, accorciare le distanze, di tutto un po'. Ma occorre invece che il maestro attraversi tutti questi strani paesi, uno dopo l'altro, senza poter scavalcare l'oceano di amarezza. Perciò ogni passo ci costerà fatica. Noi possiamo soltanto fargli da guardiani, proteggere la vita e la persona. Non possiamo prendere su di noi le sue sofferenze, né cercare le scritture per lui. Se corressimo noi davanti al Buddha, non ci darebbe i sutra, né a te né a me. È il caso di dirlo: ciò che è facile da ottenere, non vale niente."
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