Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Dopo più di trenta scontri equilibrati, Porcellino finse di nuovo di trovarsi in difficoltà e volse la schiena, e il mostro lo inseguì nuovamente verso la riva in un gran ribollire di onde e schiuma.
     "Vedrai, maledetto! Sali sull'argine, che te la farò vedere io!" gridava Porcellino.
     "Non mi prendi in giro, bello mio! Tu nascondi lì il tuo complice: torna nell'acqua! È qui che ci battiamo!"
     Il mostro non ci cascava: continuava a gridare e ingiuriare, ma non usciva dall'acqua.
     Scimmiotto, esasperato, non ne poteva più: "Maestro, restate qui seduto e lasciatemi fare il colpo dell'aquila affamata che si butta sulla preda."
     Si lanciò nello spazio e cadde a piombo dall'alto per afferrare il mostro. Quest'ultimo, mentre proseguiva il suo duello verbale, udì un sibilo nell'aria, alzò la testa, vide Scimmiotto che gli precipitava addosso, si tuffò a testa in giù e scomparve senza lasciare traccia.

     "Mi è scivolato via fra le dita!" gridò Scimmiotto a Porcellino. "Non tornerà certo a galla una terza volta. Come la mettiamo?"
     "Non so che dire. Di metterlo sotto non sono capace. Anche se adopero tutta l'energia che ho succhiato con il latte di mia madre, resteremo sempre pari e patta."
     "Andiamo a vedere il maestro."
     Risalirono da lui sull'altura e gli esposero le difficoltà che incontravano nella cattura del mostro.
     "Se siamo ridotti a questo punto, come passeremo?" gemeva Tripitaka, con gli occhi bagnati di lacrime.
     "Non prendetevela troppo, maestro" rispose Scimmiotto. "Naturalmente è un bel problema andare avanti con questo mostro che si rimpiatta in fondo al fiume. Tu, Otto Divieti, resta qui con il maestro e non provocare altri scontri finché non sarò ritornato dai mari del Sud."


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