"Vuoi tu abbracciare la nostra dottrina con cuore sincero?" domandò Tripitaka.
"Mi ha già convertito Guanyin; pensando al Fiume delle Sabbie Mobili, mi ha dato il nome di Sabbioso Consapevole della Purezza. Si capisce che non voglio altro che seguirvi, maestro."
"Se le cose stanno così" ordinò Tripitaka, "Consapevole del Vuoto, prendi il rasoio delle tonsure e radigli i capelli."
Scimmiotto ubbidì e ridusse la sua testa tonda rasa. Poi Consapevole della Purezza ritornò a presentare i suoi rispetti, nell'ordine, a Tripitaka, a Scimmiotto e a Porcellino; e lo faceva con così distinto stile monacale, che Tripitaka gli diede il soprannome di Bonzo. D'allora in poi fu chiamato anche Sabbioso il Bonzo.
"Poiché sostiene e abbraccia il nostro insegnamento, non perdiamo altro tempo" dichiarò Moksa. "Costruiamo senz'altro la barca della Legge."
Sabbioso seguì le istruzioni di Guanyin, costruì l'imbarcazione con i teschi e la zucca, e pregò il maestro di montarvi sopra. Tripitaka ubbidì e si sedette al centro: il natante era comodo e sicuro come una barca leggera. Porcellino e Sabbioso nuotavano a destra e a sinistra, Scimmiotto seguiva su una nuvola con il cavallo-drago, e Moksa dall'alto vegliava su tutti quanti.
Così il maestro attraversò senza intoppi il Fiume delle Sabbie Mobili, scivolando su acque rese calme e lisce.
La traversata avvenne con la rapidità di una freccia: in breve sbarcarono sull'altra riva. Il maestro non aveva subito né uno schizzo, né una pillacchera; piedi e mani erano asciutti; si conservava puro e immacolato nel non-agire. Quando i pellegrini furono sulla terraferma, Moksa scese dalla nuvola per ricuperare la sua zucca. I teschi invece scomparvero, trasformandosi in nove correnti d'aria yin.
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