Di feltro, tre o quattro. Il tutto appoggia
Su una pertica alquanto scivolosa,
Benché alle estremità abbia aggiunto un chiodo.
Poi c'è il bastone pastorale, in ferro
Damaschinato in bronzo, che ha un bel peso.
E per finire la cappa di giunco.
Il tuo vecchio Porcellino pena tutti i giorni sotto questi pesi. Tu fai il discepolo elegante del signor maestro, ma io ci sto solo a fare il facchino."
"Bestione!" disse Scimmiotto mettendosi a ridere. "Ma con chi stai parlando?"
"Parlo con voi, signore."
"Be', hai torto di prendertela con me. Io mi occupo del maestro, tu e Sabbioso dei bagagli e del cavallo. Se non fai il tuo lavoro, come gli altri fanno il loro, finirai per rimediare qualche scapaccione."
"Non incominciamo a minacciare violenze, per il gusto di umiliare la gente. Figuriamoci se tu porteresti pesi, con le arie che ti dài. Il cavallo però è grande e grosso, più bestione di me, e porta solo un vecchio monaco non tanto grasso. Gli si potrebbe mettere in groppa qualcosa di più, sarebbe un segno di solidarietà fraterna fra condiscepoli."
"Non vorrai mica trattarlo da cavallo! Guarda che non è un quadrupede qualsiasi: è il figlio di Aojun, il re drago dei mari occidentali, ha i titoli di cavallo-drago e di terzo principe. Aveva provocato un incendio in una sala del palazzo, e certe perle erano andate distrutte. Suo padre lo accusò di aver mancato di pietà filiale e lui fu condannato a morte: gli salvò la vita la pusa Guanyin. Rimase per parecchio tempo ad aspettare il maestro al Torrente del Dolore dell'Aquila. La pusa gli ha tolto le scaglie, levato le corna e ritirato la collana di perle per trasformarlo in cavallo, affinché adempia il voto di trasportare il maestro che va a presentare i suoi omaggi al Buddha. Ciascuno ha le sue prove e i suoi meriti; non sono fatti tuoi."
|