Esile salice dondola i rami
Sul ponte sottile la sera.
Nevican petali di fior di pesco
Nell'ampia corte a primavera.
Al centro era collocato un tavolino nero di lacca opaca, che reggeva un antico brucia profumi di bronzo in forma di animale fantastico. C'erano sei poltrone. Ai quattro angoli delle pareti erano appesi quattro pannelli che rappresentavano le stagioni.
Scimmiotto stava appunto sbirciando qua e là, quando udì rumor di passi dalla porta che dava verso l'interno e vide apparire una signora di una certa età che gli chiese con voce musicale: "Chi siete? Siete entrato non invitato nella casa di una vedova."
"L'umile monaco che sono" rispose Scimmiotto preso alla sprovvista, assumendo un atteggiamento contrito, "viene dal paese dei grandi Tang dell'Est e ha la missione di recarsi a ovest per sollecitare le scritture dal Buddha. Siamo quattro persone e stavamo attraversando questa nobile regione al cader della sera. Perciò ci siamo presi la libertà di accostarci alla pia dimora della nostra rispettabile donatrice, per sollecitare l'ospitalità per una notte."
"Reverendo" rispose la donna con un sorriso di buona accoglienza "dove sono gli altri tre? Vi prego, fateli entrare."
Scimmiotto si mise a gridare a squarciagola: "Maestro, ci pregano di entrare!"
Tripitaka si decise ad avventurarsi all'interno, accompagnato da Porcellino e Sabbioso con bagagli e cavallo. La donna andò loro incontro per accoglierli; Porcellino la squadrava dalla testa ai piedi a occhi socchiusi, con aria di intenditore. Vi chiederete com'era abbigliata:
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