A queste parole Tripitaka si finse sordo e muto. Chiuse gli occhi per calmare i battiti del cuore e restò in silenzio.
"Abbiamo più di trecento mu di terre irrigue" riprese la vedova; "più di trentamila mu di altre terre agricole, un'estensione non minore di foresta, prato e frutteto, mille capi di bufali gialli, mandrie di cavalli e di muli, una quantità innumerevole di maiali e di pecore. Disponiamo ai quattro orienti di una settantina di granai con le loro aie per la trebbiatura. Abbiamo scorte di granaglie per otto o nove anni, di seta per dieci, e poi oro argento che non riuscireste mai a spendere tutto nel corso di una vita intera. Non parliamo poi della freschezza primaverile celata dietro le nostre cortine di broccato, dove vi attendono bellezze ornate da due file di spille d'oro. Se acconsentite, maestro e discepoli, a mutare i vostri piani e rinunciare ai vostri voti, se accettate di entrare come mariti nella nostra umile dimora, godrete di ogni lusso, agio e voluttà. Non è meglio che penare e faticare tanto per seguire la strada dell'Ovest?"
Tripitaka restava inebetito, muto come un sasso.
"Io sono nata all'ora del gallo, il terzo giorno della terza luna dell'anno del porco. Quest'anno compio quarantacinque anni; il mio defunto marito aveva tre anni più di me" precisò la vedova. "La mia prima si chiama Sincerità e ha vent'anni; la seconda Amore e ha diciott'anni; l'ultima, Amata, ha sedici anni. Nessuna è fidanzata. Mi troverete brutta, ma per fortuna le mie figlie non sono male. Non c'è nessun lavoro femminile, dal ricamo alla sartoria, in cui non siano esperte. E, in mancanza di fratelli maschi, hanno ricevuto anche una cultura da maschi. Sin da piccole hanno imparato a leggere i classici confuciani, sanno recitare poemi e comporre distici. Benché vivano fra i monti, sono persone fini. Credo proprio, signori, che siano in tutto degne di voi. Basta che vi rilassiate, vi abbandoniate alla dolce vita, vi lasciate crescere i capelli, per divenire i padroni della nostra umile dimora. Non sono più comodi da indossare broccati e sete, che lana di bigello, sandali di paglia, cappelli di foglie di bambù, con la ciotola delle elemosine in mano?"
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