È molto più gradevole che vagar per le strade,
Mendicare e levare preghiere ad Amitâbha."
"È vero, signora, in famiglia voi godete di lusso, onori e ricchezze: ed è certo una buona cosa avere di che vestire, nutrire e tenere uniti i figli" replicò Tripitaka. "Ma sembra che ignoriate i vantaggi della nostra vita di monaci vaganti. C'è un'altra poesia per descrivere anche quelli:
Serve una volontà più forte del comune
Per abbatter la casa dell'amore e dell'odio.
Nessun disturbo esterno più muove le tue labbra
E l'essere si trova in perfetto equilibrio.
Di fronte all'Arca d'Oro, acquisiti i tuoi meriti,
Recàti a limpidezza la natura e lo spirito,
Ritorni alla tua patria. È meglio che nutrirsi
Del sangue altrui e marcire nelle spoglie di carne."
A questa risposta la vedova andò in collera: "Questo monaco screanzato mi manca di rispetto! Vi direi tutto quello che penso, se non veniste da tanto lontano. Io vi proponevo sinceramente di entrare nella nostra famiglia e di condividere i nostri beni, e voi mi rispondete cercando di ferirmi. Va bene, voi avete ricevuto i vostri comandamenti, fatto i vostri voti, e non volete ritornare indietro; non se ne parli più. Ma mi accontenterei di acquisire per genero uno dei vostri discepoli. Perché incatenarsi così ostinatamente alla legge del Buddha?"
Tripitaka, vedendola in collera, s'intimidì e fece appello a Scimmiotto: "Che ne dici, Consapevole del Vuoto? Potresti restare qui."
"Fin da ragazzo, sono sempre stato goffo in queste cose. Dovrebbe essere un'occasione attraente per Otto Divieti."
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