"Ehi, fratello" replicò Porcellino, "non facciamo scherzi! Sarebbe un argomento da esplorare meglio."
"Se nessuno dei due è d'accordo, può restare Consapevole della Purezza."
"Maestro, per piacere, non è leale!" protestò Sabbioso. "La pusa mi ha convertito, ho rispettato divieti e comandamenti mentre vi aspettavo; poi voi mi avete accettato e mi avete dato i vostri insegnamenti. Dopo nemmeno due mesi che sono con voi, prima che abbia avuto modo di acquistare il minimo merito, come oserei desiderare queste ricchezze estranee? Io voglio a tutti i costi arrivare al Paradiso dell'Ovest. Non commetterò mai la perfidia che mi suggerite."
La donna, constatato che uno dopo l'altro cercavano pretesti per rifiutare, voltò le spalle e scomparve dietro il paravento; si udì il rumore della porta che si chiudeva. Maestro e discepoli si videro abbandonati, senza cibo né bevanda. Non compariva più nessuno.
Porcellino, che ardeva d'impazienza, se la prese con il monaco cinese: "Maestro, non siete proprio stato furbo a risponderle in modo così secco e maleducato. Che cosa vi sarebbe costato farle qualche moina e restare più nel vago, in modo da cavarle almeno qualche cosa da mettere sotto i denti, per passare una buona serata? Quanto a risponderle di sì o di no, sarebbe dipeso soltanto da me e da voi: avremmo potuto pensarci domattina. Adesso che ci ha sbattuto la porta in faccia, come la passiamo la notte, accanto alla cenere fredda del forno?"
"Secondo discepolo" suggerì Sabbioso, "restate qui voi, a far da genero."
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