Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Non capite ancora queste cose. Quel bonzo è la reincarnazione di Cicala d'Oro, il secondo discepolo del venerato Beato Buddha dell'Ovest. Feci la sua conoscenza cinquecento anni fa, a una festa Ullambana. Mi servì il tè con le sue mani, mentre i figli del Buddha mi rivolgevano segni di rispetto. Perciò lo considero un amico."
     Queste parole convinsero i due giovani immortali a prendere sul serio le istruzioni ricevute. Prima di partire, il maestro raccomandò: "I miei frutti sono contati. Ne potete cogliere due, non di più."
     "All'apertura del giardino" precisò Vento Puro "ce ne eravamo divisi due, fra tutti noi. Ne restano ventotto. Non ci permetteremo certo di sprecarli."
     "Naturalmente Tripitaka è un amico, ma è sempre meglio non fidarsi troppo: chissà che gente indisciplinata lo accompagna. Bisogna che non ne sappiano niente."

     I ragazzi promisero, e l'immortale volò via verso il Cielo con tutta la classe.
     Intanto i quattro pellegrini camminavano già sulla montagna. Alzando gli occhi, scorsero torri e padiglioni che sbucavano da un boschetto di pini e di bambù.
     "Consapevole del Vuoto, secondo te, di che cosa si tratta?" chiese Tripitaka.
     "Tempio taoista o monastero buddista" rispose Scimmiotto, dopo aver esaminato i luoghi. "Ancora pochi passi, e lo sapremo di preciso."
     Infatti giunsero presto al portale, dove si vedeva

     Fresco e ombreggiato il pendio sotto i pini,
     Sentiero solitario fra i bambù.
     Le gru candide andavano e venivano,
     Salivano e scendevano i gibboni.
     Sullo stagno le lunghe ombre degli alberi,


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