Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Dentro le fenditure cresce il muschio. [...]
     Avresti contemplato senza fine
     Scene ispirate al Tao ed alla virtù,
     Vasta dimora di immortali e dèi.

     Smontato da cavallo, Tripitaka notò a sinistra dell'ingresso una stele con dieci grossi caratteri:

     TERRA BENEDETTA DEL MONTE DELLA LONGEVITÀ
     CIELO DELLA GROTTA DEL TEMPIO DELLE CINQUE FATTORIE

     "In effetti, discepoli, è un tempio taoista" concluse Tripitaka.
     "Maestro" insisté Sabbioso, "a giudicare da com'è bello e fresco questo posto, deve abitare qui un uomo nobile e buono. Perché non entriamo a vedere? E quando saremo sulla strada del ritorno, sarebbe bello ritornare da queste parti."
     "Ben detto" approvò Tripitaka.
     Perciò entrarono tutti insieme, e sopra la seconda porta videro il seguente distico di capodanno:


     Residenza di eterna giovinezza,
     Casa taoista di età uguale al Cielo.

     Scimmiotto si mise a ridere: "Questo taoista si vanta per impressionare la gente. Quando buttai per aria tutto il paradiso, cinquecento anni fa, non trovai tante pretese nemmeno alla porta del signore Laozi."
     "Lascia stare" intervenne Porcellino, "entriamo! Non si sa mai, questo taoista potrebbe anche avere acquisito qualche virtù."
     Sulla porta della seconda corte vennero loro incontro due giovanotti. Che aspetto avevano?

     Lindi e puri fino all'osso, i musetti assai carini,
     Aria vispa, in testa portano due ciuffetti di capelli.
     Si direbbe che le tonache non racchiudano che nuvole,
     Tanto vanno svolazzando, e le maniche fan vento.
     I fermagli alle cinture sono teste di dragone,
     Le scarpette lievi legano delle stringhe in vera seta.


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