Tracciò un incantesimo e recitò la sillaba om, per costringere il dio del giardino a presentarsi. Questi comparve, s'inchinò e chiese: "Mi avete chiamato, grande santo? Che cosa posso fare per servirvi?"
"Non sai che il vecchio Scimmiotto è il più famoso ladro solitario di tutto l'universo? L'anno in cui rubai le pesche di immortalità, saccheggiai le riserve di vino di Sua Maestà e depredai le pillole di elisir, nessuno osò pretendere di dividere con me. E tu, per qualche misero pezzo di frutta che stavo sgraffignando, pretenderesti di avere la prima scelta? La frutta che spunta sugli alberi, può beccarla ogni uccello che passa. Non sono nemmeno sicuro che sia un furto. Ma tu come ti sei permesso di portarmela via, dopo che l'avevo fatta cadere?"
"L'umile divinità che sono è accusata a torto, grande santo. Quel tesoro è un prodotto di immortali terrestri, mentre io sono un immortale del mondo dei fantasmi. Non avrei mai l'audacia di impadronirmi di quella roba, non mi sono mai permesso nemmeno di annusarla."
"Se non l'hai presa tu, come ha fatto a scomparire?"
"Forse voi conoscete soltanto l'efficacia di quel prezioso prodotto per acquistare longevità, ma non sapete le sue origini."
"Perché, che origini ha?"
"Questo prezioso prodotto richiede tremila anni perché il fiore si schiuda, altri tremila per formare il frutto, e almeno altri tremila perché maturi. In diecimila anni, l'albero ne produce solo trenta. Chi ha la fortuna di annusarli vive trecento sessant'anni; chi ne mangia, quarantasettemila anni. Tuttavia il prodotto teme i cinque elementi."
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