Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 481
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     I tre complici uscirono in fila dalla cucina, uno dietro l'altro, e si avviarono verso la sala grande ostentando un volto spensierato.
     Probabilmente non saprete, in fin dei conti, come negarono il loro misfatto; non vi resta dunque che di ascoltare il seguito.

     CAPITOLO 25
     IL GINSENG SRADICATO

     IN CUI L'IMMORTALE DEL PRIMORDIALE SOGGIOGATO CATTURA I PELLEGRINI, E SCIMMIOTTO METTE SOTTOSOPRA IL TEMPIO DELLE CINQUE FATTORIE.


     Quando i tre discepoli giunsero nella sala grande, dissero al maestro: "Il riso è quasi pronto. Occorre qualcosa?"
     "Discepoli, non è del pranzo che vi volevo parlare. In questo tempio ci sono dei frutti particolari, che si chiamano ginseng e assomigliano a neonati. Chi di voi ne ha rubati e mangiati?"
     "Io non voglio storie" farfugliò Porcellino. "Io non so niente e non ho visto niente."

     "È stato quello che ride!" gridò Vento Puro. "È stato lui!"
     "Il vecchio Scimmiotto è nato allegro e ride sempre: non vorrai mica che mi metta a piangere perché tu non trovi la frutta."
     "Discepolo" intervenne Tripitaka "calma! Noi che abbiamo abbandonato le nostre famiglie non possiamo mentire, e non ci è consentito di godere qualsiasi vantaggio a scapito della nostra coscienza. Se avete mangiato quei frutti, dovete chiedere scusa. Che senso ci sarebbe a negarlo a tutti i costi?"
     L'argomentazione del maestro parve a Scimmiotto molto sensata, e si decise a dire la verità: "In realtà non è stata colpa mia. Porcellino aveva origliato la conversazione dei giovanotti di là dalla parete e gli era venuta una gran voglia di assaggiare un cibo sconosciuto; perciò mi ha mandato a coglierne tre. Ne abbiamo mangiato uno per uno. Ciò che è mangiato, non c'è più. Che ci si può fare?"


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]