"Cercate di calmarvi" disse sorridendo il grande immortale. "Raccontatemi per ordine che cosa è accaduto."
"Maestro, poco dopo la vostra partenza, si sono presentati quattro bonzi, fra cui il monaco cinese, con un cavallo. Noi, maestro, abbiamo seguito scrupolosamente le vostre istruzioni: ci siamo accertati della loro identità e siamo andati a cogliere due frutti di ginseng, per offrirli al monaco cinese. Ma con i suoi occhi di volgare profano e il suo spirito limitato, non ha saputo riconoscere il nostro tesoro di immortalità. Rifiutava assolutamente di mangiarli, perché credeva che fossero neonati; perciò li abbiamo mangiati noi, uno a testa. Senza che ce lo aspettassimo, uno dei suoi discepoli, un certo Scimmiotto Consapevole del Vuoto, ci ha rubato altri quattro frutti. Noi abbiamo cercato di ricondurlo alla ragione, di discuterne francamente, ma lui non ha voluto saperne, deve aver usato di nascosto il procedimento di uscita dell'anima dal corpo e... è spaventoso!"
A questo punto del racconto, i due ragazzi scoppiarono in lacrime.
"Il bonzo vi ha picchiato?" chiedevano i condiscepoli.
"No, no, ben altro! Ha abbattuto il nostro albero di ginseng!"
Anche di fronte a questa terribile rivelazione, il grande immortale si dominò: "Basta, smettete di piangere. Voi non sapevate che questo Scimmiotto ha enormi poteri magici, è un immortale vagabondo dell'Unità suprema, e del resto ha già provocato gravi danni in Paradiso. Dunque il nostro prezioso albero è stato abbattuto. Sapreste riconoscerli, questi bonzi?"
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