Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Maestro" ricordò Sabbioso, "siamo tutti nella stessa situazione."
     "Basta rugare, voialtri" tagliò corto Scimmiotto. "Dobbiamo rimetterci in cammino."
     "Fratello" obiettò Porcellino, "non ricominciare a fare il cacciapalle: queste corde di canapa bagnate, che si stanno asciugando e stringendo, mi fanno già abbastanza male. Qui ci vuol altro che la tua abilità di scassinatore di catenacci."
     "Senza vantarmi, non sono certo queste corde di canapa bagnata a tripla torsione che mi fanno paura. Del resto, anche un ormeggio di fibre di palma del diametro di una colonna mi farebbe sì e no il solletico."
     Mentre parlottavano fra loro, intorno regnava da un pezzo il silenzio; la quiete era calata sull'universo.
     Che bravo Scimmiotto! Si rimpicciolì per liberarsi dai legami e sussurrò: "Maestro, andiamocene!"

     Sabbioso, allarmato, diceva: "Ehi, fratello maggiore, aiuta anche noi!"
     "Piano! Parlate piano!" sibilò Scimmiotto, e slegò uno dopo l'altro Tripitaka, Porcellino e Sabbioso. Rivestirono le loro tuniche, sellarono il cavallo, raccolsero i loro bagagli sotto il portico e guadagnarono l'uscita.
     "Tagliami quattro salici giovani ai piedi della rupe e portali qui" ordinò Scimmiotto a Porcellino.
     "A che cosa ti servono?" si stupì Porcellino.
     "Mi servono e basta. Sbrigati."
     Il bestione non era furbo, ma era robusto. Con pochi colpi ben assestati abbatté quattro salici e li riportò sotto braccio. Scimmiotto ne tolse i rami e fece portare i tronchi nella corte dai suoi condiscepoli, che li legarono dove erano stati tenuti prigionieri. Il grande santo recitò un incantesimo, si morse la punta della lingua, sputò su ciascuno di loro una goccia di sangue e ordinò loro di trasformarsi: uno dei tronchi prese il suo aspetto, un altro diventò un convincente Tripitaka, gli altri due presero l'aspetto di Sabbioso e di Porcellino. Non solo erano somiglianti, ma sapevano rispondere se li si chiamava per nome. Poi ritornarono dal maestro e camminarono tutta la notte, per mettere la più grande distanza possibile fra loro il Tempio delle Cinque Fattorie.


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