Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Tuttavia all'alba il reverendo si assopiva sul suo cavallo, e vacillava minacciando di cadere. Scimmiotto se ne accorse e lo apostrofò: "Non siete proprio all'altezza, maestro. Per chi ha lasciato casa sua, queste non sono condizioni straordinarie. Il vostro vecchio Scimmiotto potrebbe saltare il sonno per mille notti di seguito, e non accorgersene neppure. Scendete giù, che se incontrassimo qualcuno vi rendereste ridicolo. Schiacciate un pisolino al riparo dal vento, e poi ripartiremo."
     Mentre maestro e discepoli fanno una sosta, ritorniamo al tempio: al sorgere del giorno il grande immortale fece colazione e salì alla sala di ricevimento, ordinando di portare lo staffile: "E oggi incominciamo da Tripitaka."
     Il fustigatore alzò il suo strumento e gridò: "È il tuo turno!"

     "E allora dacci dentro" rispose il salice.
     Con Sabbioso accadde la stessa cosa. Poi veniva Scimmiotto. Ma allora il vero Scimmiotto, che si trovava lontano sul bordo della strada maestra, ebbe un fremito ed esclamò: "Ahi, va male!"
     "Che succede?" si allarmò Tripitaka.
     "Quando ho trasformato quei salici, pensavo che oggi non mi avrebbero battuto, dopo la doppia correzione di ieri. Ma ecco che ricominciano a frustare l'emanazione del mio corpo, e confesso che mi dà molto fastidio. Sarà meglio metter fine all'esperimento."
     E recitò una formula che spezzava l'incantesimo.
     I giovani taoisti si presero una bella paura, mollarono lo staffile e corsero ad annunciare: "Maestro, a quanto pare non stiamo battendo i bonzi, ma dei tronchi di salice."


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