Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     A queste parole, il grande immortale fece una risata cattiva: "Scimmiotto è pur sempre il Bel Re Scimmia! All'epoca dei gravi disordini che provocò in Cielo, si diceva che non riuscivano a fermarlo nemmeno le reti celesti: ora non stento a crederlo. Potevi limitarti a scappare, e va bene, poteva anche finire lì. Ma perché prenderti gioco di noi con questo infame trucco dei pezzi di legno? Questa non gliela perdono: dobbiamo riprenderli."
     Detto fatto, si lanciò sulle nuvole e, osservando in direzione dell'Occidente, vide i bonzi che avanzavano sulla strada, con cavallo e bagagli.
     Il grande immortale abbassò la sua nuvola su di loro e gridò: "Dove vai Scimmiotto? Rendimi l'albero di ginseng!"
     "Rieccolo, ci ha fregato!" esclamò Porcellino.
     "Maestro" disse Scimmiotto a Tripitaka "adesso per piacere mi lasciate riporre la parola bontà in attesa di tempi migliori, e non fate obiezioni se uso un po' di sana violenza; altrimenti non ne usciremo mai."

     Tripitaka si mise a tremare come una foglia, ma i discepoli non rimasero ad aspettare che dicesse la sua opinione: Sabbioso tirò fuori la sua preziosa mazza, Porcellino il rastrello e Scimmiotto la sbarra cerchiata d'oro. Si slanciarono tutti insieme in aria, circondarono l'immortale e incominciarono a legnare senza troppi riguardi. Fu una lotta violenta, come testimoniano i versi:

     Consapevole del Vuoto non capiva
     Il segreto del Signore Uguale al Mondo:
     Come egli resistesse a tre armi magiche,
     Maneggiate con potenza e con ferocia,
     Opponendovi la sua coda di yak.


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