Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Caro maestro, in fondo siete un bell'avaro. Non volete altro che riavere vivo il vostro albero? Non è difficile. Vi sareste risparmiato tutti questi scontri, se me lo aveste detto prima."
     "Non crederai che ti possa perdonare!"
     "Se liberate il mio maestro, vi restituirò l'albero vivo. Che ne dite?"
     "Se hai questo potere, mi legherò a te con gli otto saluti e diventerò tuo fratello giurato."
     "Non chiedo tanto. Lasciate liberi i miei, e vi garantisco che il vecchio Scimmiotto troverà il modo di rendere la vita al vostro albero."
     Il grande immortale, sicuro che in ogni modo non gli potevano sfuggire, fece liberare Tripitaka, Porcellino e Sabbioso.
     "Maestro" disse Sabbioso, "mi chiedo che diavoleria conta di fare il nostro condiscepolo."
     "Che diavolerie vuoi che faccia?" intervenne Porcellino. "Quello lì usa il trucco del diavolo pentito. Non è roba che faccia tornare in vita le piante morte. Come al solito fa il grand'uomo per abbagliare la gente; poi, con la scusa di andarsi a procurare chissà quali rimedi, se la batte e non lo vediamo più. Noi siamo l'ultimo dei suoi pensieri."

     "Non avrà il coraggio di abbandonarci" assicurò Tripitaka. "Chiediamogli dove conta di andare." E gli gridò: "Consapevole del Vuoto, che storie hai raccontato all'immortale per indurlo a liberarci?"
     "Io non racconto mai storie, dico sempre la verità."
     "Dove conti di trovare i mezzi per mantenere le tue promesse?"
     "Un vecchio detto dice che la buona medicina vien dal mare. Conto di recarmi nell'oceano orientale e di fare il giro delle tre isole e dei dieci scogli per visitare i più antichi santi e immortali. Chiederò alla loro esperienza i metodi per ridare vita a ciò che è morto, e di sicuro troverò qualcosa che si adatti a quest'albero."


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