Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Nubi di buon augurio che irradiavano luce,
     Scie di brume felici ondeggianti nell'aria,
     Canti melodiosi di fenici variopinte,
     Danze di nere gru in cima alla montagna [...]

     Ai vegliardi che così si trastullavano, Scimmiotto gridò: "Avete niente in contrario che mi venga a divertire con voi?"
     Tutti gli andarono incontro, come testimoniano i versi:

     Spezzata la radice dell'albero immortale,
     Cercava il grande santo un adatto rimedio.
     Dal prezioso boschetto avvolto nelle brume
     Uscirono ad accoglierlo i vegliardi immortali.

     Scimmiotto li riconobbe e disse ridendo: "Cari vecchi condiscepoli, vi trovo bene."
     "Se il grande santo fosse rimasto sulla buona strada e non avesse provocato disordini in Cielo, starebbe bene quanto noi. Ma infine le cose si sono aggiustate; a quanto si dice, hai scelto la parte giusta e ti stai recando nell'Ovest per prestare omaggio al Buddha. Come hai trovato il tempo di venire fin qui?"

     Scimmiotto spiegò che cosa cercava, e i nove anziani ne furono molto impressionati: "Tu sei sempre esagerato! Quanti danni combini! Ci dispiace, ma non sapremmo come aiutarti."
     "In tal caso, mi devo congedare."
     I nove vegliardi gli proposero una sosta per bere nettare di giada e mangiare radici di loto azzurro, ma riuscirono soltanto a fargli vuotare una coppa e assaggiare un pezzettino di radice, senza nemmeno mettersi seduto. Lasciò poi Yingzhou in direzione del vasto oceano orientale e giunse in vista del monte Potalaka. Abbassò la nube sulla sua cima e vide la pusa Guanyin, nel boschetto dei bambù porporini, intenta a predicare e commentare i sutra per le divinità guardiane del cielo, Moksa e le fanciulle-drago. Come dicono i versi:


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