Il grande immortale si rasserenò completamente e fece portare il martelletto d'oro per cogliere dieci frutti; invitava infatti Guanyin e i tre vegliardi a ritornare nella sala grande per ricevere i suoi ringraziamenti e far festa con i frutti di ginseng. I piccoli immortali disposero seggiole, tavolini e vassoi di cinabro; Guanyin sedette al posto d'onore, con i tre anziani a sinistra e Tripitaka a destra; il grande immortale teneva loro compagnia su di uno sgabello. Ciascuno consumò un frutto. Come dicono i versi:
Nella grotta celeste degli antichi
Tempi, van maturando del ginseng
Frutti preziosi in novemila anni.
Restituì la rugiada foglie e frutti
All'albero che già distrutto giacque.
Tre vegliardi rivedon vecchi amici,
Per i monaci è un caso fortunato!
Mangiare frutti di ginseng significa
Gioventù senza fine e lunga vita.
Tripitaka si lasciò convincere dall'esempio di Guanyin e dei tre vegliardi a mangiare quel tesoro di immortali, che dapprima gli aveva ispirato orrore. I tre discepoli e il grande immortale tennero loro compagnia. Il decimo frutto venne diviso fra gli immortali del tempio.
Scimmiotto ringraziò la pusa che se ne ritornò sul Potalaka, dopo avere riaccompagnato i vecchi alle isole Penglai. Il Maestro del Primordiale Soggiogato fece servire vino e un pasto di magro, prima di giurare fraternità con Scimmiotto. È il caso di dirlo: la migliore amicizia incomincia da una lite.
A notte i quattro pellegrini poterono finalmente prendersi un riposo sereno. Oltre tutto il venerabile, grazie all'elisir vegetale che aveva mangiato, aveva molto accresciuto la sua capacità di resistere alle prove che orchi e diavoli potevano infliggergli.
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