Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Mi pare invece di essere diligente. Quando mai avrei mostrato il contrario?"
     "Ti pretendi devoto e diligente, e rifiuti di mendicare cibo per me. A pancia vuota non si cammina. In questo stato e fra queste montagne pestilenziali, non avrò mai la forza di raggiungere il Monastero del Colpo di Tuono."
     "Va bene, maestro, non dite altro. Conosco il vostro carattere ombroso: per poco che vi contrari, vi metterete a recitare quella roba. Smontate da cavallo e sedetevi tranquillo, mentre cerco un abitato in cui elemosinare cibo."
     Scimmiotto balzò su una nuvola e osservò i dintorni, facendosi solecchio con la mano. In quel tratto la strada dell'Ovest era proprio deserta; non si vedeva segno di presenza umana. È il caso di dirlo: un posto dove ci son più alberi che uomini. Però, osservando attentamente, notò sul versante esposto al sole una piccola area di puntini rosso vivo.

     "Maestro, qualcosa ho trovato" dichiarò scendendo dalla nuvola.
     Alla domanda di che cosa si trattasse, precisò: "Non ho visto gente cui si possa chiedere del riso, ma sul pendio meridionale della montagna ci sono dei punti rossi: devono essere pesche selvatiche mature. Per calmare la vostra fame, coglierò quelle."
     "Trovare delle pesche da mangiare è già una bella fortuna, per chi ha abbandonato la sua famiglia" commentò rasserenato Tripitaka.
     Scimmiotto prese con sé la ciotola delle elemosine e si catapultò nel luogo della raccolta, rapido come il lampo e lasciandosi dietro una scia di vapori.
     Dice il proverbio: non c'è monte senza fantasma, né vetta senza maleficio.


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