Tripitaka era influenzabile, dava sempre retta a chi parlava per ultimo. Perciò incominciò a recitare l'incantesimo.
Scimmiotto, inginocchiato sul ciglio della strada, batteva la testa per terra e gridava: "Vi supplico! Vi supplico! Parliamone!"
"Scimmia testarda, non c'è più niente da dire. Chi ha lasciato la sua famiglia e pratica il bene è come la pianta nel giardino a primavera: ogni giorno cresce impercettibilmente. Chi pratica il male è come la mola, che ogni giorno si consuma. In questi luoghi deserti hai potuto uccidere tre persone, una dopo l'altra, senza che nessuno alzasse un dito. Ma se ti mettessi a roteare il tuo randello della malora in città, dove c'è tanta gente, come pensi che potrei cavarmela, io, dagli impicci provocati dalle tue malefatte? Vattene via!"
"Maestro, i vostri rimproveri non sono fondati. Avete pur visto che si trattava di una diavolessa, e la sua intenzione era di uccidervi. Io vi salvo dai pericoli e voi prestate fede alle calunnie e ai sarcasmi di quel cretino, e insistete a scacciarmi. Dice l'adagio: in ogni cosa, mai più di tre volte. A questo punto potrebbe restare con voi solo un vile. Certo che me ne vado! Ma non avrete più nessuno a servirvi."
"Questa scimmia è anche un bello screanzato!" esclamò indignato Tripitaka. "A sentire te, esisti tu solo; non ci sono forse Consapevole delle Proprie Capacità e Consapevole della Purezza?"
A sentir rammentare i suoi condiscepoli, Scimmiotto si sentì molto depresso: "Che tristezza! Lasciata Chang'an, foste accompagnato per un tratto da Liu Boqin. Poi mi liberaste, al Monte della Frontiera, e salutai in voi il mio maestro. Da allora ho penetrato antiche grotte, mi sono inoltrato in fitte foreste, ho battuto diavoli e catturato esseri malefici. Ho arruolato Porcellino, preso in servizio Sabbioso, ho faticato e penato. E oggi, accecato, avete perduto il buon senso e mi licenziate. Così sia: abbattuto l'uccello, si getta l'arco; uccisa la lepre, si mette in pentola il cane. Non parliamone più. Ma resta l'incantesimo della costrizione del cerchio, e questo è troppo."
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