Poi il grande santo balzò in piedi, ricuperò i suoi peli e fece le sue raccomandazioni a Sabbioso: "Caro condiscepolo, tu sei un bravo ragazzo. Non fidarti di Porcellino, che è un calunniatore, e tieni gli occhi aperti. Se un mostro si impadronisse del maestro, digli che il primo dei suoi discepoli è il vecchio Scimmiotto. Per tenere in rispetto questi diavoli pelosi, può essere utile anche solo la mia fama."
"Un bravo monaco non può nemmeno pronunciare il nome di un malvagio come te" intervenne Tripitaka. "Va via!"
Di fronte all'ostinata cecità del reverendo, il grande santo non poteva che partire davvero. Eccolo qua:
Piangendo si prosterna e si congeda,
A Sabbioso dà le ultime istruzioni
E poi compie nell'aria un grande balzo
Volando sopra i monti e sopra i mari.
In un istante scompare ogni traccia,
In un momento raggiunge la meta.
Sarebbe bastata una semplice capriola nelle nuvole per raggiungere subito il Monte di Fiori e Frutti. Ma udì un rumore di acque e, guardando giù, vide che erano le onde dell'oceano orientale. Fermò la sua nuvola, ripensò al monaco cinese e versò qualche lacrima; sostò a lungo prima di riprendere la corsa.
Se poi non sapete, in fin dei conti, che cosa accadde al suo ritorno, vi toccherà di ascoltare il seguito.
CAPITOLO 28
RITORNO A CASA
I MOSTRI DEL MONTE DI FIORI E FRUTTI TENGONO CONSIGLIO. TRIPITAKA SI IMBATTE IN UN DIAVOLO NELLA FORESTA DEL PINO NERO.
Si parlava del grande santo, scacciato dal monaco cinese, che alla vista del vasto oceano orientale cadde in preda alla nostalgia. "Non facevo questa strada da cinquecento anni" pensava.
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