"Ma perché vi dànno la caccia?"
"Sono gente malvagia. Quelli che ammazzano, con frecce, giavellotti o randelli, li scorticano e disossano per cucinarli: chi finisce cotto in salsa d'aceto, chi stufato con contorno di riso, chi fritto nell'olio o infornato sotto sale. Chi è preso vivo, con reti o trappole, deve imparare giochi da saltimbanco: far capriole, camminare a testa in giù, rullare il tamburo e battere il gong per essere esibito nelle piazze."
"Chi è il vostro comandante?" domandò Scimmiotto, mentre la collera incominciava a prendere in lui il posto dello sconforto.
"Sono sempre i marescialli Ma e Liu e i generali Beng e Ba."
"Correte ad avvertirli che sono arrivato."
I piccoli mostri corsero nella grotta gridando: "Nostro padre il grande santo è ritornato!"
A questa notizia, Ma, Liu, Beng e Ba si affrettarono a uscire e a prosternarsi, e poi lo invitarono a entrare. Si sedette sul suo antico trono, con tutti i mostriciattoli che si affollavano intorno per rendergli omaggio e chiedevano: "Avevamo saputo che eravate stato liberato per proteggere un monaco cinese in cerca delle scritture nel Paradiso dell'Ovest. Come mai siete invece di ritorno sulla vostra montagna?"
"Piccoli miei, dovete sapere che quel monaco non sa distinguere un saggio da un cretino. Per un po' di tempo non ho fatto altro che catturare diavoli ed esseri malefici. Qualche mostro mi è capitato di doverlo ammazzare, e allora lui mi ha rimproverato di essere un violento, di esser dedito al male; ha rifiutato di tenermi come discepolo e mi ha scacciato. Mi ha scritto persino una lettera di licenziamento, per documentare che non mi assumerà mai più."
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